Davanti a ogni sacrosanta iniziativa pensata per incentivare le eccellenze imprenditoriali del nostro territorio, come quella motoristica, si alzano puntualmente le voci critiche dei soliti ambientalisti da salotto supportati da qualche benpensante che pensa di risolvere i problemi della viabilità e dei trasporti tra province solo con la bicicletta o con i monopattini elettrici. Forse pensano che i residenti della montagna possano venire a lavorare in città in calesse o a bordo di slitte trainate da renne. Costoro dimenticano che l'Emilia è diventata ricca e conosciuta nel mondo proprio grazie al trinomio Motori-Cultura-Gastronomia, proprio la ricetta che permette a questi eterni critici di sedersi e pontificare a vuoto su assurde teorie di decrescita felice. Se non gradiscono il Motor Valley, tornino a vivere nelle caverne e la smettano di proporre agli altri un futuro di indigenza. Non solo i motori sono Cultura e passione, ma rappresentano una delle spine dorsali della nostra economia. Senza dimenticare che incidono in modo minore sull'inquinamento rispetto ad altre fonti e che il 7% delle polveri sottili pare siano prodotte dall'usura dei pneumatici sulla strada. Mi chiedo come mai questi pasdaran di sinistra non si straccino le vesti davanti alla presenza a Modena di un inceneritore gestito da Hera che ogni anno brucia 240mila tonnellate di immondizia da mezza Italia. Per non parlare del tema dell'approvvigionamento elettrico acquistato dalle centrali nucleari dei cugini francesi.