"Qual è la situazione del carcere di Modena dopo i tragici fatti di marzo? In quella rivolta morirono nove detenuti e tra gli appartenenti al Corpo di Polizia penitenziaria ben 26 uomini ebbero necessità di cure mediche, con prognosi variabili da 3 fino a 40 giorni. Oggi, a otto mesi di distanza, chiedo al ministro della Giustizia cosa sia cambiato e quali iniziative intenda adottare il Governo al fine di garantire maggiore sicurezza e condizioni dignitose di lavoro agli agenti di Polizia penitenziaria in servizio. Non solo infatti non è ancora stato chiarito come i detenuti dell'istituto penitenziario di Modena siano riusciti ad entrare in possesso di metadone e psicofarmaci in quantità tali da risultare letali, ma ad oggi ci risulta che la casa circondariale di Modena, nella quale sono già rientrati da agosto 116 detenuti, sia ancora sprovvista di una sala regia funzionante, di un sistema di antintrusione ed antiscavalcamento efficienti. In più circostanze, i vari governi succedutisi alla guida del Paese, avevano manifestato interesse alla soluzione dei problemi, ma in sostanza nulla è mai avvenuto". Così il senatore Lega Stefano Corti. Non solo, alla interrogazione parlamentare di Corti si aggiunge quella in Comune a Modena del capogruppo Lega Alberto Bosi. "Vista l’azione dei sindacati di polizia e la connessa documentazione prodotta con cui è stata avvisata l’amministrazione comunale di Modena dei problemi del carcere cittadino - afferma Bosi - chiedo al sindaco come intenda affrontare e risolvere fattivamente tali problemi e a quanto ammontino i costi per la ricostruzione del carcere dopo la rivolta di marzo".