Scoprire che il 34 per cento dell'acqua potabile presente nella rete idrica modenese finisce disperso a causa delle infrastrutture vecchie e poco manutentate, non sorprende ma non per questo non indigna. La risorsa idrica è un bene fondamentale, soprattutto per i Comuni dell'Appennino modenese, e questo spreco è uno schiaffo ai sacrifici, economici ma non solo, dei cittadini. Basti pensare alla tanto contestata acquisizione da parte di Hera dell'acquedotto del Dragone (alimentato dalle sorgenti di Frassinoro, Palagano e Lama Mocogno). L'operazione avrebbe dovuto ridurre in maniera significativa le perdite di acqua, ma evidentemente così non è avvenuto. E' evidente come, se non si perdesse il 34% di acqua, i cittadini pagherebbero bollette meno salati e l'intero sistema ambientale ne gioverebbe. Purtroppo Hera fa dell'attenzione all'ambiente uno slogan sterile e non applicato nella realtà. Presenterò una interrogazione parlamentare per fare luce sugli investimenti fatti in questi anni dalla multiutility e sulle conseguenze che questa dispersione di acqua provoca sul territorio e a livello economico