Il mio intervento oggi in aula in Senato sul Decreto Covid. Abbiamo visto le lacrime di un ministro che si è preoccupato di clandestini di cui non avevamo bisogno in agricoltura, bastavano infatti i percettori di reddito di cittadinanza a dare una mano qualora necessario. Abbiamo visto coprire di insulti i governatori delle Regioni che meglio hanno sopportato l’emergenza con ingegno e fai-da-te. Abbiamo visto un Presidente del consiglio scaricare le sue incapacità sulle spalle di ospedali e regioni e fare fugaci comparsate notturne nell’epicentro della pandemia. Il resto è storia ormai, ma per fortuna abbiamo anche visto la grande forza di un popolo e delle sue associazioni di volontariato sempre in prima fila insieme agli operatori sanitari e alle forze dell’ordine.
Grazie presidente, onorevoli colleghi,
questo decreto purtroppo racchiude tutte le incongruenze e superficialità che questo Governo ha messo in campo in questa drammatica situazione. Due giorni fa il lockdown è giunto finalmente ad una svolta con quella sospirata riapertura degli esercizi commerciali sollecitata dalle regioni più produttive a guida Lega e a cui si è aggiunta a ruota la regione Emilia Romagna. Lunedì il popolo delle partite Iva ha avuto, tra mille difficoltà, la possibilità di rialzare le saracinesche delle proprie attività commerciali, ma questo ha ulteriormente evidenziato la mancanza di una chiara e semplice comunicazione da parte di un Governo incapace di venire incontro alle richieste degli imprenditori. La riapertura con queste stringenti regole non consente infatti una sostenibilità economica alle piccole e medie imprese e, come sappiamo, in molte zone della penisola quasi il 40% dei ristoratori lunedì non ha riaperto. Proprio lunedì mi sono finalmente recato dall’abituale barbiere di paese che da sempre si barcamena tra mille difficoltà: orbene questo piccolo imprenditore con ben 3 dipendenti ha riaperto l’attività e con certosino impegno ha igienizzato gli ambienti, distanziato i clienti, predisposto dispositivi di protezione, accettato prenotazioni scaglionate di mezz’ora, fetucciato ingresso e uscita, disinfettato il pos e con il sorriso sul volto ha svolto egregiamente ed in sicurezza il lavoro di sempre. Purtroppo però con queste modalità di lavoro la sua attività sarà in perdita e presto dovrà licenziare i propri collaboratori per tentare di sopravvivere, perchè al suo fianco è mancato lo Stato! A noi senatori si rivolgono quotidianamente i cittadini ed imprenditori in difficoltà! E’ ora che palazzo Chigi la smetta di pensare solo a se stesso riempiendosi di dispositivi di protezione individuale, uscite dal palazzo e guardate in faccia il paese reale. Nel collegio di Modena e Montagna, dove sono stato eletto, il comparto turistico delle nostre vallate è desolante. Dove sono quei ciclisti e motociclisti stranieri che riempivano le nostre strade di montagna in questo periodo? Dove sono gli appassionati di funghi che riempivano in questa stagione i nostri ristoranti? Dove sono i villeggianti che con le loro seconde case aiutano la nostra economia? Di questo non c’è più nulla ma soprattutto non ci sono i soldi promessi in tivù da Conte per fronteggiare l’emergenza. A parte poche aziende agricole che per fortuna non hanno chiuso durante il lockdown e continuano a lottare per produrre ricchezza (e per inciso senza bisogno di manodopera clandestina o ex clandestina), i ristoratori e gli albergatori di aree a vocazione turistica come la nostra si sono persi tutta la stagione invernale. Ma secondo voi perché questi ristoratori avrebbero dovuto riaprire lo scorso lunedì? Ebbene sono tutti imprenditori che sanno far di conto, e già in condizioni normali per non fallire devono avere una sostenibilità economica per sperare di intravvedere ogni giorno la luce in fondo al tunnel, ma non è così purtroppo. C’è il buio assoluto! Ma lo sapete che ancor oggi molti Comuni di confine tra Emilia e Toscana non hanno recepito la recente deroga per autorizzare gli spostamenti tra comuni confinanti extra regione per la visita ai propri congiunti? Questi fatti di vita concreta non sono che la punta di un iceberg, un immenso iceberg burocratico figlio della mancanza di una chiara e semplice comunicazione ed uso di buonsenso. In questo momento di difficoltà avete paralizzato con la vostra burocrazia un popolo intero di piccoli imprenditori e ristoratori. Il vostro iceberg farcito di burocrazia ha esaurito milioni di toner di stampanti per le vostre 5 autocertificazioni e purtroppo vaga in mare aperto rischiando di colpire ed affondare anche quel poco di economia che ancora tiene in piedi questo Paese. Noi come Lega chiediamo soltanto che i cittadini abbiano semplici risposte, che non si faccia morire il mondo del turismo in mancanza di chiare linee guida per la fase 2 e che esse siano condivise anche dalle opposizioni. Abbiamo visto le lacrime di un ministro che si è preoccupato di clandestini di cui non avevamo bisogno in agricoltura, bastavano infatti i percettori di reddito di cittadinanza a dare una mano qualora necessario. Abbiamo visto coprire di insulti i governatori delle Regioni che meglio hanno sopportato l’emergenza con ingegno e fai-da-te. Abbiamo visto un Presidente del consiglio scaricare le sue incapacità sulle spalle di ospedali e regioni e fare fugaci comparsate notturne nell’epicentro della pandemia. Il resto è storia ormai, ma per fortuna abbiamo anche visto la grande forza di un popolo e delle sue associazioni di volontariato sempre in prima fila insieme agli operatori sanitari e alle forze dell’ordine. A partire dall’associazione nazionale alpini che a costo di grandi sacrifici ha costruito a Bergamo un ospedale nuovo di pacca in tempi record. Agli alpini voglio rivolgere il mio particolare ringraziamento a nome della Lega, anche nella speranza che in tempi celeri il Senato approvi il Giorno della memoria e del sacrificio alpino, questo è il minimo che possiamo fare per ringraziarli di tutto ciò che hanno fatto in tempo di guerra ma soprattutto in tempo di pace. Su tutto il resto giudicheranno gli elettori e presto il loro voto seppellirà questo Governo.